Antonio Sant'Elia scrisse nel 1914 il Manifesto dell'architettura futurista; i suoi numerosi disegni della 'Città nuova' propongono un nuovo modello di architettura che esaltava la funzionalità a scapito della funzione decorativa. Gran parte dei progetti di Sant'Elia rimarrà sulla carta, ma il suo pensiero è emblematico del movimento futurista.
Il futurismo infatti esaltava il movimento, e gli edifici progettati da Sant'Elia sono tutti dotati di scale mobili, ascensori esterni, e dispositivi mobili che fanno proprio pensare alla civiltà delle macchine che il movimento futurista ha sempre esaltato. L'idea del continuo rinnovamento e della transitorietà è chiaro non solo dai suoi disegni, ma anche dalle sue parole: “Le cose dureranno meno di noi; ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città”.
Antonio Sant'Elia, come tutti i futuristi sente il bisogno di far parte del suo tempo,di utilizzare nuovi materiali, di sperimentare forme nuove: al marmo si sostituisce infatti l'uso del cemento armato. La moderna civiltà delle macchine viene esaltata proprio nei disegni della 'Città nuova', le cui abitazioni sembrano proprio delle enormi macchine di cemento. Sant'Elia scrive che “l' architettura si stacca dalle tradizioni. Si ricomincia da capo…”, quindi una netta opposizione al passato e alla tradizione a favore del vetro, del cemento, dell'acciaio.
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